Dal 24 al 31 luglio si è tenuto il campo estivo Interparrocchiale presso il Convento dei Padri passionisti al Monte Argentario.
È stata una bellissima esperienza sotto vari punti di vista: il luogo meraviglioso, dove San Paolo della Croce ha fondato il primo Ritiro della Congregazione, con una vista che ti apre il cuore e la mente, un dono grandissimo il poter vivere un campo estivo che ha unito preadolescenti e adolescenti della Parrocchia delle Sante Rufina e Seconda (Casalotti) con altri loro coetanei della Parrocchia San Luigi Gonzaga (Focene).
Un campo con un’impostazione un po’ diversa dai campi vissuti con i ragazzi nelle estati precedenti.
L’esperienza di convivenza tra ragazzi e educatori di due parrocchie differenti ha generato inizialmente imbarazzo e paura nei ragazzi, essendo abituati a regole diverse, che però pian piano hanno imparato ad accettare.
Presto, infatti, imbarazzo e paura sono stati rimpiazzati dall’entusiasmo e dalla voglia di conoscere e stare con persone nuove.
Ritrovarsi insieme per condividere lo stesso percorso ha fatto scoprire la ricchezza dell’incontro, la bellezza del sostenersi a vicenda, lo stupore di scoprire nuovi compagni di viaggio e scoprirsi tutti figli dello stesso Re, fratelli uniti dall’amore per lo stesso Padre.
I ragazzi hanno conosciuto la storia de “Il Re Leone” e le catechesi preparate dai religiosi passionisti hanno aiutato ad approfondirne il messaggio. Seguendo le orme di Simba, protagonista della storia, si è partiti dal battesimo, scoprendo che le nostre radici sono nella Chiesa e che più queste radici vanno nel profondo più l’albero, che siamo noi, può crescere!
Proseguendo verso la seconda tappa, i ragazzi hanno riflettuto sui propri sogni per scoprire di essere chiamati ciascuno a realizzare la propria missione nel mondo.
La terza tappa ha permesso di vivere un momento di penitenziale e di riflettere sulla necessità di scegliere il bene e fuggire il male. I ragazzi hanno potuto porre domande su argomenti che li rendono inquieti.
La quarta tappa ha chiarito ai ragazzi la differenza tra l’ “Hakuna Matata” che ti fa restare solo in superficie, come stordito, e l’altro modo di vivere senza pensieri, quello di chi si affida a Dio. La quinta e ultima tappa ha ricordato ai ragazzi la loro appartenenza, come principi, al Regno di Dio, ed è stata fondamentale per compiere il passo decisivo verso una scelta: la decisione di vivere la propria figliolanza ed essere figli del Re.
La settimana è trascorsa alternando catechesi, una passeggiata su sentieri in montagna per privilegiare il contatto con la natura, un’uscita pomeridiana al mare, giochi a tema tra squadre, tornei, celebrazione eucaristica quotidiana, momenti di animazione serale con spettacoli che hanno visto protagonisti i ragazzi e adorazione notturna all’aperto.
Una settimana di gioco, ma anche di riflessione e speranza, in cui gioia, divertimento, sogno e amicizia sono stati cornice di un cammino più profondo.
Il campo estivo parrocchiale infatti è l’esperienza più adatta per insegnare ai ragazzi a mettersi in ascolto non solo l’uno dell’altro, ma anche di Lui.
Durante l’adorazione notturna la presenza del Santissimo Sacramento, come stella polare nel silenzio della notte stellata, ha irradiato la sua luce per aprire gli occhi del cuore, orientando il cammino fino ad oltrepassare ansie e incertezze del futuro.
Nei giorni successivi alla conclusione del campo i ricordi restano nitidi e il cuore è colmo di gratitudine e soddisfazione tanto da anestetizzare la fatica fisica.
Risuonano ancora i versi di un canto “Qui la festa siamo noi” perché esprimono perfettamente il vissuto della settimana di campo. Parafrasando il canto possiamo proprio dire che lì all’ Argentario qualcosa è accaduto, la gioia è entrata nei cuori che hanno aperto le porte chi era chiuso dentro è uscito fuori, e tutti hanno scoperto che con il Signore c’è sempre il sole.
Riecheggiano nella mente le risate fragorose dei ragazzi, i volti gioiosi e radiosi, i pianti dei primi giorni dovuti alla stanchezza e alla fatica di abbandonarsi a una esperienza totalmente nuova, ma anche i pianti di fine campo, quando la fatica di lasciarsi è stata davvero tanta; i volti dei genitori visibilmente commossi scoprendo i propri figli così affiatati, uniti da un’amicizia sincera generata in Cristo.
Come non sentire un magone al cuore dopo un’esperienza che ha rinnovato i cuori nell’amore!
Si è vissuta una piena comunione tra i due gruppi generando un’unica grande famiglia. Questa unità è il frutto dell’amore che gli educatori e i sacerdoti hanno impiegato nella realizzazione e gestione di questo campo, dando il massimo in ogni loro azione, parola, sguardo, gesto, affinché i ragazzi respirassero la grazia dell’essere figli amati, principi del Regno, eredi dell’Amore.
Un ringraziamento particolare ai Padri passionisti per essere stati guide entusiaste, amorevoli e aperte al dialogo.
Con la loro predicazione hanno fatto la differenza, arrivando ai cuori di tutti.
Il messaggio spirituale trasmesso, come “fiume d’acqua viva”, ha irrorato i cuori dei ragazzi, che sono innestati all’albero della Vita, l’albero di Dio.
“Mi mostrò poi un fiume d’acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall’altra del fiume si trova un albero di vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese”
Ap 22,1-2
Accogliere la Parola di Dio aiuta a portare i propri frutti, crescendo nelle virtù per diventare re virtuosi figli del Re.
San Francesco di Sales insegna che “Tutto si fa per amore, viene dall’amore e vive nell’amore”.
Questa è la scelta che i ragazzi hanno coscientemente assunto come loro impegno di vita al termine della settimana di fraternità del campo estivo, consapevoli che sono le scelte che facciamo a determinare chi siamo.
A cura degli educatori delle Parrocchie
Sante Rufina e Seconda (Casalotti)
e San Luigi Gonzaga (Focene)