“Porcaritia”, da cui prende nome il borgo della Parrocchia, sembra che anticamente fosse un territorio dei Veienti.
Successivamente vi si stabilirono i patrizi romani che vi costruirono alcune ville rustiche.
Oltre i materiali romani visibili presso il castello e nella cripta della Parrocchia, recenti scavi testimoniano con certezza tale presenza.
Di essa si parla in vari documenti del 1002 e del 1192. Sotto Innocenzo III (1160-1216) una parte della vasta tenuta fu affidata all’Ordine Ospedaliero di Santo Spirito. La donazione fu confermata con bolla di Alessandro IV del 1256.
Il Castello di Porcareccia fu costruito quando era proprietario della tenuta l’Ospedale di Santo Spirito che si serviva dell’intenso allevamento dei porci praticato nella zona per sfamare specialmente i poveri e i pellegrini.
Urbano V nel 1362 e Sisto IV intervennero per proteggere questa preziosa fonte di sostentamento.
All’interno del castello nel 1693 fu edificata una chiesetta dedicata a Santa Maria dove il futuro Papa San Giovanni XXIII celebrava la santa messa circondato dall’affetto dei suoi “cari pecorari”.
Prima della costruzione della chiesa di Santa Gemma fu sede parrocchiale.
Sull’ingresso del Castello sono ancora ben visibili lo stemma di Santo Spirito e quello di Stefano Vaio, commendatore dell’ordine.
Adiacente la piazza troviamo il rudere Forno Saraceno della tenuta di Forno Saraceno.
Il nome deriva probabilmente da Guido duca di Spoleto e Camerino venuto in difesa dei Romani contro i Saraceni nell’anno 846. Come i tanti fontanili della zona anche il “forno” per molti anni fu considerato un bene comune: è dunque da salvaguardare.