Sono le due sorelle martiri Rufina e Seconda di nobile famiglia romana ricordate in molti antichi documenti.
A Trastevere, in Via della Lungaretta, esiste ancora un antico monastero a loro intitolato e che si dice edificato sul luogo della casa natale.
Il loro martirio avvenne sotto la persecuzione di Valeriano e Gallieno intorno al 260.
Promesse spose a due giovani, Armentario e Verino, furono tradite dai fidanzati apostati.
Avendo rifiutato di sacrificare agli idoli furono uccise in un terreno detto Buxo, sulla via Cornelia a dieci miglia da Roma.
Plautilla, matrona romana, dopo un sogno, rinvenne i corpi e provvide alla loro sepoltura in quello
stesso luogo dove, sotto Giulio I e poi Papa Damaso tra il 336 e il 384, fu edificata una basilica, Cattedrale della Diocesi di Lorium o Selva Candida.
“Sylva Nigra” dikena “Sylva Candida” per la presenza di insigni martiri.
Attorno alla Basilica delle Sante Rufina e Seconda o di Selva Candida si formò una vera e propria città poi distrutta. Dopo le vicissitudini medioevali con le devastazioni saracene, dei pirati e l’abbandono delle terre, nel 1153 il Cardinale Conrado, futuro Papa Anastasio IV, rinvenne sotto l’altare della Basilica restaurata i resti delle due Martiri che fece trasportare nel battistero lateranense dove loro dedicata una cappella.
L’ubicazione dell’antica cattedrale, pur con qualche difficoltà, è da individuare sul colle della Porcareccina ove vi è una piccola cappella restaurata e custodita gelosamente dalla famiglia Marsicola.